Casella di testo: Un plauso generale ha ottenuto il nostro progetto di un Centro di Ricerche ed Orientamento per gli Italiani Residenti nei Paesi Andini, con occhio particolare a quelli abruzzesi, la cui finalità è quella di porsi al servizio dei nostri connazionali attualmente ivi residenti ed in particolar modo in quei Paesi recentemente colpiti da grave crisi politica, sociale ed economica (quali Argentina, Venezuela, ecc.) ed in quelli agli albori di crisi similare. Una situazione resa vieppiù penosa causa la crisi che ha colpito le nostre Rappresentanze diplomatiche dell’area latinoamericana, talmente grave da far ammettere già nel dicembre 2002 al Consiglio Generale degli Italiani all’Estero del Ministero degli Affari Esteri (testuale): “Il CGIE, avendo constatato che la crisi nelle Ambasciate e Consolati dell’America Latina è ormai giunta in tutti i singoli Paesi dell’area……” Una crisi talmente grave che ha generato una preoccupante tensione fra i nostri emigrati con le nostre Rappresentanze diplomatiche ed altre strutture ad esse vincolate. Dei quasi 4 milioni di nostri emigrati “purosangue” all’estero regolarmente iscritti all’AIRE, circa il 30% circa (ossia 1.200.000) risiede nell’area andina. Se poi consideriamo che oltre ai cittadini italiani veri e propri esistono anche quelli che hanno diritto alla cittadinanza italiana per iure sanguinis, le stime del nostro Ministero degli Esteri parlano di quasi 60 milioni di possibili cittadini italiani residenti all’estero, dei quali oltre 30 milioni risiedono nell’America Latina.
In questo ambito il C.R.O.I.R.P.A. (Centro di Ricerche ed Orientamento per gli Italiani residenti nei Paesi Andini) si prefigge un contatto ad personam con i nostri connazionali non iscritti all’A.I.R.E. , rintracciati attraverso le Istituzioni locali andine (già il Ministero degli Interni Peruviano, ad es., ha dato il suo assenso per fornirci l’elenco dei nostri emigrati ivi residenti) per fornire loro una corretta informazione, assistenza e tutto quanto di cui manifestino bisogno, ma anche a coloro che, pur iscritti, hanno un dialogo difficile con le nostre Rappresentanze ed altre strutture ad esse vincolate. L’unicità del presente progetto, quindi, consiste nel contatto solidale ad personam con gli emigrati, creando una banca dati capillare degli stessi in virtù degli elenchi forniti dai Ministeri degli Interni dei vari Paesi andini, e non attraverso le consuete associazioni sia italiane o estere, molte delle quali mirate all’ottenimento di finanziamenti ministeriali, regionali, ecc., più che ad un’attività capillare solidale con gli emigrati, e comunque ristrette a circoli elitari d’emigrazione. Il CROIRPA dispone, inoltre, di una variegata banca dati (burocrazia, lavoro, ecc.) tale da proporsi come un’esaustiva cerniera fra l’emigrato e l’Italia nella sua globalità, consentendogli in tal modo di non dover peregrinare in mille porti alla ricerca di risposte certe. Sempre il CROIRPA proporrà e stipulerà convenzioni speciali, agevolazioni e quant’altro con le Istituzioni, enti pubblici e privati, banche, imprese  a favore degli emigrati, proponendosi come un soggetto attivo e non passivo: in tal senso è da intendersi la  costituzione di (o una partnership con) una "grant making foundation” o, in alternativa, la creazione ex-novo (o costola di istituto già esistente) della BIE-Banca degli Italiani all'Estero, atta a ricevere i depositi-rimesse degli emigrati, ad erogare crediti alle famiglie degli emigrati, ad erogare microcrediti a chi rientra desiderando aprire un'attività in Italia. Il circolo virtuoso ed esclusivo è dato dalla interazione depositi emigrati-finanziamenti a emigrati rientranti o rientrati. La BIE potrà agire anche come merchant-bank nell'ambito delle operazioni commerciali fra l'Italia ed i Paesi andini.
In cantiere anche lo sviluppo di stage dei nostri giovani oriundi presso Industrie locali e nazionali atti a favorire la creazione di rapporti operativi negli stessi Paesi andini.  
Ulteriori progetti sono in fase di sviluppo, confortati  dai  risultati positivi di microprogetti-piloti che inducono a positive certezze nell’ambito della globalità del progetto in essere.

L’America latina vista dal nostro Ministero degli Affari Esteri

  DALLE AFFINITA' ALLE OPPORTUNITA'

 

Un legame antico e profondo

 

Italia e America Latina sono legate da forti vincoli di carattere storico, culturale e di sangue.

Tali caratteristiche rendono la regione, benchè geograficamente distante, vicina al nostro Paese in virtù del comune patrimonio di civiltà e di valori nonché per la presenza nella popolazione di forti componenti di origine italiana, che fa del Subcontinente l’area geografica a più alto tasso di italianità nel mondo.

 

In particolare, i cittadini italiani residenti in Argentina e iscritti all’anagrafe consolare, secondo dati aggiornati al 30 settembre 2002, sono 590.188, mentre il numero di persone potenzialmente titolari del diritto di acquisire la cittadinanza italiana oscillano tra i sei e i dieci milioni. In Brasile gli iscritti all’anagrafe consolare sono 288.360 e le persone di discendenza italiana diretta sarebbero circa 20-25 milioni. In Venezuela, a fronte di 129.481 iscritti all’anagrafe, la collettività di discendenza italiana è stimata tra uno e due milioni di unità su una popolazione di circa 3,2 milioni. In Uruguay i due dati sono rispettivamente pari a 68.108 e 1,2 milioni. Cifre più basse, ma sempre dell’ordine di alcune decine di migliaia, risultano in Cile, Perú, Repubblica Dominicana, Messico e Colombia.

 

Italia e America Latina non sono tuttavia unite solo da vincoli di sangue. La partecipazione dei nostri connazionali alle diverse fasi della costruzione dell’identità nazionale dei Paesi del Sub-continente è stata importante e l’influenza italiana è ancora molto radicata in tutti gli aspetti della vita culturale: dall’architettura – evidente nelle fortificazioni caraibiche così come nella struttura urbana di Buenos Aires o Montevideo – all’arte figurativa; dalla musica – basti pensare al ruolo dell’opera lirica in teatri come il Colón ( www.teatrocolon.org ) di Buenos Aires – alla lingua. A quest’ultimo riguardo, è vero che la componente di origine italiana nella popolazione di alcuni Stati non ha storicamente trovato una corrispondenza nell’affermazione dell’italiano quale lingua nazionale. Tuttavia, negli ultimi anni la domanda di apprendimento è molto cresciuta, al punto che la nostra è divenuta in molti casi la lingua veicolare più richiesta, dopo l’inglese.

 

Opportunità economiche

 

L’esistenza di rapporti storici, culturali e umani tra il nostro Paese e l’America Latina fa di quest’ultima potenzialmente un’area di straordinarie opportunità anche sul piano economico-commerciale.

 

Nonostante le frequenti situazioni di crisi – da ultimo quella argentina – il Subcontinente rappresenterebbe infatti un’area di “naturale” espansione per il sistema economico italiano. Rafforzare la nostra già consistente presenza nell’area (circa 2,5 miliardi di esportazione e 3,5 di importazione con il solo Mercosur ) , sarebbe pertanto una scelta strategica e oggettivamente opportuna, sia nel caso in cui si giungesse all’auspicata realizzazione di aree di libero scambio fra Unione Europea e sub regioni latino-americane (Mercosur, Paesi Centroamericani, Paesi Andini), sia nel caso in cui prevalesse piuttosto la forza di attrazione dell’Area di Libero Scambio Americana (ALCA) . Quest’ultima consentirebbe infatti comunque alle nostre aziende di essere presenti e di operare in un mercato di portata continentale che coinvolgerebbe anche gli Stati Uniti e il Canada.

 

La presenza in numerosi Paesi di collettività italiane è naturalmente il punto di partenza per favorire il rilancio delle nostre imprese, sia in termini di interscambio commerciale, sia attraverso forme di collaborazione imprenditoriale, sia in termini di investimenti diretti. Sono inoltre già molto attive alcune Regioni, che trovano una sponda naturale nei fenomeni associativi tradizionalmente radicati nel territorio di Paesi come Argentina, Uruguay e Brasile. La crescente conoscenza della lingua italiana, infine, è suscettibile di operare quale ulteriore volano, ad esempio nel campo turistico e in genere dei servizi. Un punto di forza che va tenuto presente è l’esistenza di un comune ambiente socio-culturale che rende il mercato latinoamericano eccezionalmente permeabile al made in Italy. A ciò si aggiungano le caratteristiche di quel mercato: circa cinquecento milioni di persone, con innegabili sperequazioni sociali, ma con un livello di istruzione in crescita e con buone prospettive di sviluppo e di stabilità politica a medio e lungo termine.

Casella di testo: III Conferenza Nazionale Italia-America Latina e Caraibi

“Italia e America Latina: insieme verso il futuro”

Presso la Sala delle Conferenze Internazionali del Ministero degli Affari Esteri si è tenuta, nei giorni 16 e 17 ottobre 2007, la III Conferenza Nazionale Italia-America Latina e Carabi, la cui agenda ha contemplato il 16 ottobre una sessione d’apertura, con interventi, fra gli altri, del Sindaco di Roma Walter Veltroni, del  Presidente del Consiglio Romano Prodi, del Presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti, della Presidente del Cile Michelle Bachelet. A seguire, una sessione dedicata a "I rapporti Euro-latinoamericani e il ruolo dell’Italia", con interventi, fra gli altri, dei Ministri degli Esteri di Messico, Panama, Paraguay, Portogallo, Spagna, Slovenia, del Vice-Presidente della Commissione Europea, Franco Frattini. Il 17 ottobre si sono svolte sessioni di lavoro dedicate a "Cooperazione economica e reti materiali e immateriali per l’integrazione latinoamericana" e a "Coesione sociale e territoriale per l’integrazione latinoamericana", con interventi, fra gli altri, del Ministro per il Commercio Estero Emma Bonino, dei Ministri degli Esteri di Argentina, Cile, Nicaragua,  Cuba, Honduras, del Ministro dell’Economia di Barbados, del Segretario della Presidenza del Brasile, dell’Amministratore dell’ENEL Fulvio Conti, del Presidente delle Banche di Credito Cooperativo Alessandro Azzi. A seguire, gli interventi, fra gli altri, dei Ministri degli Esteri di Perú, Venezuela, Ecuador, Bolivia, Uruguay e Grenadine, del Ministro degli Esteri Massimo D’Alema, del Ministro del Lavoro Cesare Damiano, del Presidente del Senato Franco Marini, della Commissaria Europea alle Relazioni Esterne Benita Ferrero-Waldner, del Segretario Generale dell'Organizzazione degli Stati Americani, del Presidente della Corporación Andina de Fomento, del  Vice Presidente della Banca Interamericana di Sviluppo e del Segretario Generale del Vertice Iberolatinoamericano.  Le parole del Vice– Ministro degli Esteri Franco Danieli hanno riassunto il pensiero della nuova stagione di cooperazione fra l’Italia e l’America Latina, sia delle Istituzioni che dell’impresariato italiano: “..Occorre fare sistema, con l’America Latina come con il resto del mondo. Fare sistema significa sfruttare le sinergie tra i diversi attori sulla scena internazionale: settore pubblico e privato, amministrazioni centrali e locali. La presenza delle Regioni all’estero è un dato di fatto, incontrovertibile: va però coordinata efficacemente per ottenere risultati migliori. In America Meridionale le Regioni sono una presenza importante, in ragione dei profondi legami con le comunità di origine di molti nostri connazionali. Vi è quindi un forte impegno, anche finanziario, dei nostri Enti locali in quest’area. Gli analisti confermano una condizione di sviluppo anche per i prossimi anni, un trend positivo, con la conseguenza che si stanno aprendo nuovi mercati per il sistema Italia e per l’imprenditoria italiana. La presenza di cittadini di origine italiana è un elemento di straordinaria importanza, che può dar luogo ad un “effetto moltiplicatore”: gli italiani in America Latina sono infatti una opportunità, un ponte che ci può aiutare a rafforzare rapporti, investimenti, cooperazione. L’imprenditoria italiana in Sud America rappresenta una quota di mercato importante, un fattore assai rilevante per l’incremento dell’interscambio commerciale. Essa vivifica e caratterizza la cooperazione economica tra questi Paesi e l’Italia, ed è al tempo stesso rete materiale e immateriale, rappresentando il substrato ideale per il rilancio di progetti indirizzati ad approfondire l’integrazione con l’America Latina.”
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