OBIETTIVO SUL PERU’

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Papa a la huancaina

Casella di testo: Causa limeña

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Rocoto relleno

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Chupe de camarones

Crema de zapallo

Sopa chola

Le  meraviglie andine

 

 

 

 Breve viaggio fotografico attraverso le espressioni vitali dei  Paesi andini nostri partners.

 

Cocada

Alfajores de manjar blanco

Arroz con leche

Bienmesabe

Frejol colado

Manjar blanco

Suspiro limeño

Turrón de Doña Pepa

Mazamorra morada

Ají de gallina

Arroz chaufa

Carapulcra de chancho

Locro zapallo

Tiradito

Pallares

Casella di testo: PERU’

Il Perù (in spagnolo: Perú, in quechua: Piruw, in aimara: Piruw) è una nazione (1.285.220 km², 27.949.630 abitanti, capitale Lima) dell' America meridionale. È una Repubblica presidenziale, l'attuale capo di Stato è Pedro Pablo Kuczynski. Confina a nord con Ecuador e Colombia, a est con Brasile e Bolivia, a sud con Cile, a ovest con l'Oceano Pacifico. La lingua ufficiale è lo spagnolo. Il quechua e l'aymara, lingue indigene parlate prevalentemente nella regione andina, sono riconosciute localmente come ufficiali dove il loro utilizzo è effettivamente prevalente.
I primi reperti della presenza umana in Perù sono datati a 32.000 anni fa. Inizialmente si trattava di nomadi dediti soprattutto alla caccia. Intorno al 4000 a.C. iniziarono a dedicarsi anche all'agricoltura e a creare comunità stabili, soprattutto lungo la linea costiera. Tra il 2000e il 1000 a.C. si hanno i primi riferimenti della lavorazione della ceramica, mentre tra il 1000e il 300 a.C.(Antico orizzonte) si sviluppa la tessitura e si segnalano notevoli sviluppi nell'uso dell'agricoltura come fonte stabile di sostentamento. Inizia l'epocaChavín durante la quale ebbe inizio l'uso dei metalli (rame e oro). Il periodo intermedio, che va dal 300 a.C. al 600 vede il declino dello stile Chavin e l'affermarsi di alcune culture locali, come quella Salinar, Paracas, Moche, Trujilloe Nazca. Dal 600 al 1000 si ha il periodo del Medio orizzonte con l'ascesa dei Wari, il primo popolo espansionista di cui si abbia notizia nella zona delle Ande. Ma anche i Wari ebbero vita breve, e furono sostituiti da singoli stati regionali, come il regno dei Chimu, i Chancy, i Chachapoyas, Ica-Chincha, i Chankas. Nel XIII secolo inizia la storia degli Inca e del Regno di Cusco, che si trasformò a breve in un impero, il Tahuantinsuyo. Questa civiltà, probabilmente la più importante della regione andina ebbe massima espansione, anche territoriale, attorno all'inizio del XVI secolo per scomparire pochi decenni più tardi con la colonizzazione spagnola. Attraverso successioni di guerre e matrimoni tra le nazioni che occupavano la valle, la regione divenne parte dell'Impero Inca. Alla morte dell'imperatore Huayna Capac l'impero venne diviso tra i suoi due figli e mentre Atahualpa, il primogenito, ricevette la parte settentrionale, con capitale Quito, il fratello Huáscar ricevette quella meridionale che manteneva la vecchia capitale Cuzco. Nel 1530 Atahualpa sconfisse Huascar e riunificò l'impero sotto di sé.
L'impero degli Incas ebbe termine con la cattura di Atahualpa da parte di Francisco Pizarro e, nel 1535, gli spagnoli stabilirono la capitale del Perù a Lima. Nel 1536 si ebbe l'ultimo tentativo degli Inca di riacquistare l'indipendenza ma, il "ribelle" Manco IncaYupanqui (conosciuto anche come Manco Capac II), dovette ritirarsi a Vilcabamba, nella giungla, dove venne ucciso nel 1544. Nel 1551 venne fondata la prima università del continente a Lima: l'Universidad Mayor de San Marcos. Nel 1780 oltre 60.000 indios, capeggiati da Túpac Amaru II, si ribellarono alla dominazione spagnola, ma l'insurrezione fu soffocata nel sangue. Sempre gli indios, nel 1814, capeggiarono un movimento indipendentista, ma anche questo tentativo andò fallito.
Il 20 agosto 1821, il militare Argentino José de San Martín organizza una spedizione marittima che partirà dal porto di Valparaíso. Il 12 settembre sbarca a Pisco, in Perú; il 26 ottobre si dirige a nord occupando la città di Huaura. José de la Serna, vicerè del Perù nominato dalla corona di Spagna, cercherà di risolvere il conflitto per via pacifica, promuovendo una conferenza con San Martin, che tuttavia non otterrà gli esiti sperati. San Martín occuperà Lima, il 28 luglio proclamando l’indipendenza del Perù e assumendone (il 3 agosto) il potere, e governando il paese fino al 20 settembre 1822.
I primi anni dell'indipendenza furono, ovviamente, alquanto caotici e caratterizzati di piccole guerre di potere. Nel 1836 la Bolivia invase il Perù, per formare una confederazione peruviano-boliviana, che ebbe vita breve grazie all'intervento militare del Cile nel 1839. Nel 1845 salì al potere Ramón Castilla, il primo a promulgare, nel 1860, una Costituzione democratica. Dal 1864 al 1866 il Perù, fiancheggiato da Ecuador, Bolivia e Cile, fu in guerra contro la Spagna per il possesso delle isole Chincha. Nel 1919 Augusto Leguía y Salcedo instaura una dittatura militare, la prima di una lunga serie, fino a quando, nel 1939, divenne presidente il banchiere Manuel Prado y Ugarteche. Nel 1948 un colpo di stato militare portò al potere Manuel Arturo Odría, che dichiarò fuorilegge i partiti politici. La storia recente (1980-2000) è stata anche caratterizzata dallo scontro tra lo stato peruviano e due gruppi armati di sinistra: i militanti maoiste di Sendero Luminoso sotto la guida di Abimael Guzman, ed il Movimiento Revolucionario Túpac Amaru (MRTA), comandato da Víctor Polay Campos. La Commissione di Verità e Riconciliazione, creata nel 2000 per determinare gli effetti della guerra, conclude nel 2003 che questo conflitto interno causò la morte di 70.000 cittadini, principalmente nelle zone andine e quechua-parlanti. Nel 1990, sale eletto Alberto Fujimori, il quale fece un "autocolpo" di stato il 5 aprile, 1992, dissolvendo il Parlamento e instaurando la legge marziale. Con l'aiuto delle forze armate ed i servizi d'intelligenza, Fujimori consolidò durante lo scorso decennio una dittatura che ridusse i diritti civili ed umani della popolazione. Nell'ottobre 1993, riesce a far approvare una nuova costituzione, che prevedeva la possibile rielezione del presidente per due mandati consecutivi, ampliandone notevolmente i poteri. Nel 1995 Fujimori viene rieletto presidente e, durante questo mandato, il suo Paese è impegnato in scontri militari con l'Ecuador per alcune aree di confine contese tra i due stati; solo nel 1998 verrà firmato un trattato che riporta la pace. Alla fine degli anni novanta, i mezzi di comunicazione più importanti sono controllati dal governo per facilitare la rielezione di Fujimori ed era già formata una vasta rete di corruzione dal consigliere presidenziale, Vladimiro Montesinos, il quale era il capo dei servizi d'intelligenza. Nel 2000 nuove elezioni presidenziali e nuova vittoria di Fujimori che, però, si circonda di sospetti brogli elettorali e scandali di corruzione. In novembre 2000, Fujimori viaggiò nel Brunei per partecipare nel summit del Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC), e non ritornò al Perù. Invece, si fermò nel Giappone e rinunciò alla presidenza via fax. Nel 2002, viene eletto a Presidente della Repubblica il moderato Alejandro Toledo Manrique. Nel 2006 vengono celebrate le nuove elezioni presidenziali che hanno visto il prevalere del candidato socialdemocratico Alan García - giunto al secondo mandato presidenziale - sul candidato Ollanta Humala, il quale ha poi vinto le elezioni presidenziali del 2011, mentre le ultime del 2016 sono state vinte da Pedro Pablo Kuczynski, leader di “Peruviani per il cambiamento”, dimessosi  per scandali finanziari nel marzo del 2018, al quale è succeduto l’attuale Presidente Martín Alberto Vizcarra Cornejo, destituito, venendo eletto ad interim fino a fine legislatura Francisco Sagasti.
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